Il nostro stile alimentare è un riflesso del nostro stato interiore, e quando ci sentiamo stressati o caotici, è probabile che anche il nostro modo di mangiare sia così mentre quando ci sentiamo equilibrati e rilassati, è così che ci presentiamo con il cibo. Praticando yoga diventiamo più consapevoli, il che fa una grande differenza anche a tavola. Dopotutto, non facciamo yoga per essere più bravi nello yoga – facciamo yoga per sentirci meglio nella vita. In questo periodo dell’anno siamo più facilmente coinvolti in occasioni di convivialità dove il cibo diventa un momento di celebrazione e festa insieme ad amici e parenti.
Cosa può insegnarci lo yoga sul nostro rapporto con il cibo? Abituandoci a farci domande sia sul tappetino sia rispetto al cibo, possiamo imparare a vivere e mangiare con sensibilità, onestà, apertura e presenza. Lo yoga ci insegna ad essere sensibili a tutte le nostre azioni e ai loro impatti: a volte si esaspera un aspetto fisico o un atteggiamento mentale autocritico che porta a punire se stessi o a vivere con sensi di colpa dopo aver “sgarrato” o viceversa a continuare a mangiare anche quando si è sazi negando i segnali di sazietà del corpo. In termini yoga, onestà significa riconoscere ciò che sta realmente accadendo in intimità con noi stessi: quando si diventa più profondamente intimi con il proprio corpo, diventa molto più facile riconoscere le sensazioni di fame o pienezza e se a volte capita di mangiare troppo o di abbuffarsi, si può accettare dove ci si trova nel momento, diventandone consapevoli e notare senza giudizio. Si può imparare a interpretare le risposte del corpo per scoprire se ciò che si sta mangiando nutre o no. Ciò può iniziare osservando se un determinato cibo fa sentire stanchi, energici, gonfi, caldi, congestionati, stimolati e così via. Possiamo applicare le stesse pratiche di consapevolezza create durante lo yoga ai rituali alimentari: chiudere gli occhi, respirare profondamente e mangiare lentamente può aiutare a coltivare una connessione più profonda con sé stessi. Godendo dell’esperienza sensoriale del cibo, diventa anche più nutriente per il corpo.
La curiosità su di sé insegna molto sul rapporto con il cibo: ovunque siamo nel viverci il rapporto con il cibo chiediamoci se è dove vogliamo essere. Perché? Perché mangiare è molto più di una semplice fornitura di vitamine e sostanze nutritive al corpo (se hai mai divorato una pizza o un cartone di gelato dopo una vittoria … o una sconfitta sai di cosa sto parlando). Secondo l’Ayurveda, l’atto di preparare e mangiare dovrebbe essere considerato una sadhana (pratica sacra). Il modo in cui ci sentiamo per l’intero processo, dalla scelta di cucinare al mangiare, ci informerà su come ci siamo nutriti. Come una moglie o marito, partner o amico vicino, ci sono alcune cose che non sapremo mai o capiremo del cibo. L’importante è conoscere le basi, come ci si sente e come fa sentire. Per questo è necessaria molta consapevolezza più che di ricerca. Prendersi del tempo per sapere della propria relazione con il cibo, perché proprio come con quelli che si amano se la dieta non nutre e potenzia, vale la pena chiedersi perché (e facendo alcuni cambiamenti nel tuo modo di pensare e scegliere). L’Ayurveda dice che la nostra digestione è compromessa quando mangiamo prima che il nostro ultimo pasto venga digerito. La maggior parte di noi è guidata oggi più da segnali emozionali che fisici rispetto al cibo: la fame fisica è una novità più che un dolce promemoria dei nostri corpi che è ora di mangiare. Permettere a sé stessi di sentire la fame fa due cose: dà l’opportunità di osservare quanto la mente controlla cosa e quando si mangia, e rafforzare il proprio fuoco digestivo (capacità di digerire le cose). Quanto spesso mangiamo in fuga, davanti alla televisione, leggendo un libro, o mentre si guida, o con altre distrazioni che compromettono i processi digestivi? Quindi proviamo a goderci i pasti in un ambiente tranquillo. Nessuna TV, o lettura, guida o SMS. Lasciamo al corpo-mente lo spazio per fare ciò che sa fare meglio.
Come intervenire efficacemente? Cucinare con amore … Abbiamo senz’altro sperimentato un cibo o un pasto preparato con amore da qualche membro della famiglia o un amico che ci ha fatto sentire speciali ed unicamente amati attraverso il dono del mangiare. Allora possiamo farlo per noi stessi e per gli altri il cibo che mangiamo è ciò che letteralmente diventa la nostra carne e le nostre ossa, quindi scegli saggiamente e mettiamo tutto l’amore e la bontà che possiamo richiamare nel processo di preparazione e di servizio. Mangiamo il più grande pasto della giornata all’ora di pranzo … la parte più calda della giornata è quella di poche ore tra la tarda mattinata e presto dopo mezzogiorno! Secondo l’Ayurveda queste stesse ore sono quando il nostro fuoco digestivo è al suo apice. Quindi questo è il momento in cui ha senso mangiare il pasto più grande della giornata. La vera sfida qui è scegliere il tuo corpo invece che la tua mente. Ed infine qualunque cosa sceglliamo di fare scegliamola divertiti. Una parte importante di ogni relazione è che ci permette di darci piacere, di aprirci e accendere il fuoco senza sensi di colpa o preoccupazione per guardare bene o fare la cosa giusta. Come qualsiasi cosa, se possiamo abbracciare il nostro cibo e mangiarlo, con autenticità e amore, sarà ancora più soddisfacente!!!
Buone Feste da Vinyasa Yoga Bologna
Namaste